Antonio Ligabue: l’uomo oltre la pittura in mostra a Padova

Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore è la mostra monografica dedicata all’artista italo-svizzero ospitata nelle sale dei Musei Civici agli Eremitani di Padova. Si tratta di un percorso museale che oltre a snocciolare le diverse tappe dello sviluppo stilistico di Antonio Ligabue mira ad approfondire la sua drammatica vicenda personale come mai fatto prima.

In mostra oltre 70 dipinti, 3 dei quali provenienti da collezioni private padovane ed esposti al pubblico in esclusiva. Sono presenti anche 10 opere su carta e 7 sculture in bronzo, frutto degli studi in creta che l’artista era solito realizzare adoperando l’argilla che recuperava delle sponde del Po, nella Bassa reggiana. A corredo una quarantina di documenti originali che testimoniano la vicenda personale di Ligabue che, fin dalla tenera età, è tristemente connotata da solitudine ed emarginazione.

Il viaggio nella complessità emotiva e artistica di Ligabue si sviluppa seguendo 3 aree tematiche, prima tra tutte quella dedicata agli autoritratti. Immortalando con pennellate ossessive la propria immagine l’artista riesce ad esprime i tratti essenziali della sua personalità, indagando accuratamente anche le peculiarità fisiche, in un continuo tentativo di dialogo con chi è al di fuori del suo mondo e di accettazione di se stesso.

Ligabue si definiva un “pittore di animali” data la sua predilezione nel ritrarre animali domestici e selvaggi, l’unica famiglia che egli abbia mai avuto. La sua identificazione con questi soggetti rende le scene rappresentate ancora più intense e cruente di quanto già non siano, che esprimono al massimo la sua sofferenza da animale ferito e costantemente deriso e rifiutato dall’essere umano. Se da una parte il suo cuore è fortemente legato agli animali che popolano le rive del Po’, la sua mente non ha confini e, grazie agli studi delle famose figurine Liebig, immagina luoghi lontani dove animali esotici e altrettanto feroci ostentano atteggiamenti terrifici o lottano con la medesima asprezza.

La terza sezione della mostra è dedicata ai paesaggi agresti con un tuffo nelle campagne di Gualtieri, dove trascorre l’età adulta, e un salto nel passato, durante gli anni della sua infanzia nella tanto amata Svizzera tedesca. Un viaggio pregno di ricordi e nostalgia durante il quale lo spettatore si immerge totalmente in quel microcosmo sicuro tanto caro a Ligabue, comprendendo la sua predilezione per la vita raccolta e silenziosa a contatto con la natura. Come disse Giancarlo Vigorelli nel 1961 “Ligabue non può non sorprendere, non sgomentare, e non convincere con lo spettacolosbalorditivo di questa sua tenebrosa violenza e magica perizia di pittore“, un artista e un essere umano che trovò la tanto agognata comprensione solo da postumo.

Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore rimarrà aperta al pubblico fino al 31 marzo e per ulteriori informazioni rimandiamo al sito di Padova Cultura.

Sara Forniz

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