Se vi sentite assediate da amiche, cugine e colleghe con il pancione e sembra che l’orologio biologico stia ticchettando sempre più in fretta ma avere un bambino non rientra nei vostri piani, sappiate che non siete le uniche. Michela Andreozzi ha scritto “Non me lo chiedete più. #Childfree, la libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa”, un libro appena uscito ed edito da HarperCollins dal forte spunto autobiografico incentrato sulla scelta di non essere madri.
In una società fondata sul valore della famiglia l’assenza di istinto materno mette in profonda crisi un modello di vita incentrato sulla prole. Si dà sempre per scontato che la realizzazione femminile raggiunga il culmine con la maternità ma non è la regola, tanto che negli ultimi tempi sono aumentate le donne che scelgono di non avere figli anche se solo il 2% di queste si sente libero di manifestare apertamente questa posizione: certe preferiscono tenerlo nascosto, per paura di essere giudicate e discriminate (tanto per cambiare) mentre altre decidono di renderlo noto gradualmente, per non destare troppo stupore tutto in una volta (ci sarebbe proprio di che shockarsi). “Ci si prende troppa libertà con le gravidanze delle donne, – spiega Michela Andreozzi in un’intervista – è una cosa così privata, una domanda che non si dovrebbe mai fare“.
La mancata genitorialitá può assumere due forme ben distinte: si parla di “childless” in riferimento alla donna che a causa di problemi di sterilità è impossibilitata ad avere figli, mentre è “childfree” una donna che sceglie ponderatamente di rinunciare all’esperienza della maternità. Se la prima situazione viene socialmente accettata, dire “Io non voglio bambini”, soprattutto agli occhi di molte donne, sembra una decisione inconcepibile ed egoistica: da un lato ci si sottrae alla propria vocazione biologica volta alla prosecuzione della specie e all’accorata preoccupazione per le generazioni future, dall’altro, da un punto di vista strettamente individuale, si rinuncia alla forma di amore considerata la più completa, l’unica in grado di renderti altruista in modo incondizionato, regalando ad una nuova vita tutta te stessa.
“Una donna che non vuole figli è contro natura. – approfondisce la Andreozzi – Anche sul lavoro, se non li hai sei più considerata ma se non li vuoi sei inaffidabile, strana, vieni vista con sospetto. Gli uomini sono prima persone, le donne no. La glorificazione della madre è sempre dietro l’angolo. Anni di femminismo non sono serviti a niente, in un modo o nell’altro si trova sempre il modo di rimettere le donne “al proprio posto””. Grazie a Non me lo chiedete più emerge in modo ironico un’importante riflessione sul tema della maternità e sulla scelta di essere childfree, che si conclude con l’unica ragione per cui bisognerebbe avere dei figli, ovvero desiderarli moltissimo perché, come afferma l’autrice: “quando li vuoi veramente superi qualunque ragione”.
Sara Forniz