Dal 7 giugno al 30 agosto il Museo Marca di Catanzaro sarà invaso da tanti piccoli e simpatici robot creati da Massimo Sirelli in occasione della mostra “Teneri bulloni”.
La passione dell’artista per i robot è profondamente legata ai suoi ricordi: “[…] sono cresciuto negli anni ’80 quando in tv Mazinga, Transformers, Voltron occupavano le mie giornate. Ho sempre avuto forte attrazione per le cantine, i garage, le soffitte e i cassetti pieni di robe vecchie e non utilizzate”. Spinto dal fascino per questi personaggi Sirelli ha iniziato a costruirne seguendo la sua immaginazione: nel 2014, ad esempio, ha realizzato “Il Gigante dell’Isola”, un’istallazione permanente con 550 cassette di frutta, alta 10 metri e larga 12 per il Farm Cultural Park di Favara e nel 2016 ha dato vita a “Cassius, il robot del Golgo” alto 5 metri e costituito da 500 cassette per l’Ex Comac a Soverato.
Le curiose creature meccaniche presentate in “Teneri bulloni” non sono né maestose installazioni né semplici giocattoli, bensì costituiscono un divertente progetto di upcycling, dove l’impiego di materiali di scarto è volto alla creazione artistica di oggetti nuovi. “Negli ultimi anni – spiega Sirelli – ho camminato nelle fitte vie di Khan el Khalili a Il Cairo, ho contrattato con i venditori di Monastiraki ad Atene, nei vicoli del Barrio Gotico, tra i banchi polverosi del mercato de Los Encantes a Barcellona fino al Carreau du Temple nel Marais di Parigi” e in questi luoghi ha trovato tutto il materiale per realizzare i suoi robottini: Guglielmo, Oliviero, Primino sono solo alcuni dei piccoli bulloni frutto di questo progetto, tutti fortemente connotati per aspetto e carattere.
“Costruire questi robot per me è un atto d’amore, cerco di raccontare la vita delle persone che ho incontrato e degli amici che mi stanno intorno”. Piccole creazioni che sono intreccio di passato e presente, sono simbolo di rinascita in un’ottica di design del riciclo ma soprattutto materia emozionale. Sirelli si ispira alle persone a lui care, a chiunque gli abbia lasciato un ricordo e riesce a coinvolgere l’osservatore sfruttando la fantasia in una chiave ludica che affonda le radici nella nostra infanzia. Anche se non conosciamo i soggetti ispiratori, quei simpatici robottini ci risultano comunque familiari, perché è alla nostra parte bambina che l’artista si rivolge, ai nostri ricordi giovanili, per creare una connessione genuina e immediata con l’oggetto.
Legata all’esposizione “Teneri bulloni” è la fondazione della prima casa adozioni di robot da compagnia al mondo, un portale web consultabile all’indirizzo www.adottaunrobot.com dove potrete fare domanda per accogliere Peter, Giulietto e tanti altri personaggi in cerca di una casa, che dopo l’approvazione del loro “papà naturale”, potranno diventare a tutti gli effetti un nuovo membro della famiglia, con garanzia di 100% upcycling ovviamente.
Per seguire i progetti futuri di Massimo Sirelli rimandiamo al link del suo sito: www.massimosirelli.it.
Sara Forniz