Quando si percorrono i vicoli di un centro storico, spesso, si percepisce un piccolo disagio nel vedere come le città assumano un aspetto molto commerciale: negozi, boutique e qualsivoglia spazio dove un turista corre il rischio di spandere soldi. Tutto questo, fa perdere la bellezza dei luoghi e la magia di immergersi nelle città che si vanno a visitare. Ma ci sono posti che rimangono ancora fuori da queste dinamiche e che spiazzano per la loro naturalezza. È il caso di Gubbio, che mi piace definire la città senza tempo. Quando percorri le vie del centro storico sembra di essere davvero in un posto fuori dal tempo. I negozi sono presenti nella giusta misura e la storicità dei palazzi e delle vie ti trascinano in uno stato contemplativo. Costruita sul pendio del Monte Igino e attraversata dal Camignano, Gubbio è una magnifica città medioevale, ricca di storia e monumenti che da sempre affascina illustri viaggiatori e scrittori, tra i quali Gabriele D’annunzio ed Herman Hesse. In questa magica e particolare cittadina umbra, si respira un aria medievale, data dai suoi monumenti e dalla sua materia dominante: la “pietra”.
Nel mini viaggio che ho fatto in Umbra, non sono rimasta solo colpita da Gubbio e quindi, qui sotto, vi lascio 5 suggerimenti qualora decideste di addentrarvi in queste zone per trascorrere una vacanza all’insegna di relax e cultura.
1. GUBBIO
Il mio arrivo a Gubbio, è stato davvero fantastico. Senza farlo a posta, sono arrivata al parcheggio dove parte la Funivia “Colle Eletto”: una funivia due posti che collega la città con il monte Ingino e che conduce fino alla Basilica di Sant’ Ubaldo. Il monte è ricco di vaste pinete e offre un panorama indimenticabile dell’Appennino Umbro-marchigiano. Prendere la funivia è davvero un’esperienza singolare, sia per la vista durante il viaggio, sia per il fatto che sembra di tornare indietro agli anni ’70. All’arrivo assolutamente da vedere la Basilica di Sant’Ubaldo dove all’interno si trovano i tre ceri che durante l’anno vengono conservati al suo interno, ma che ogni 15 maggio vengono utilizzati per la Festa dei Ceri. Quest’ultimi sono tre alti e pesanti manufatti lignei sormontati dalle statue di Sant’Ubaldo, di San Giorgio e di Sant’Antonio Abate. Essi vengono portati a spalla e di corsa per le vie della città fino alla Basilica di S.Ubaldo, sulla vetta del monte Ingino, dai ceraioli. La festa è forse riconducibile ad antichi riti propiziatori di primavera, ma solo il suo carattere cristiano e celebrativo in onore di Sant’Ubaldo è storicamente provato per via documentaria.
Da vedere poi a Gubbio: il magnifico complesso monumentale della Piazza Grande, anche detta Piazza della Signoria, che raccorda i Palazzi Pubblici, sedi in passato delle due magistrature civili. Poi il Palazzo Ducale edificato su disegno di Francesco di Giorgio Martini per volere di Federico da Montefeltro, le sei porte che si aprono sulla Cinta muraria, edificata alla fine del sec, la Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo (secc. XIII-XIV) con la facciata decorata dai simboli degli Evangelisti.
Ed infine non può mancare un avvicinamento all’aspetto gastronomico grazie a locali tipici che offrono un’ospitalità genuina propria della gente umbra. La cucina eugubina utilizza prodotti tipici locali e spesso si diffonde nell’aria un inconfondibile aroma di tartufo bianco e nero, diffusissimo nel territorio di Gubbio.
2. AGRITURISMO GUINZANO
Avete presente la sensazione di perdersi e ritrovarsi? Ecco, così è stato lo scoprire l’Agriturismo Guinzano. Prima di partire mi ero lasciata affascinare dalle foto e dal sito di questo Agriturismo: le camere, gli ambienti, la location, le descrizioni… mi dava l’impressione di essere incappata in un Agriturismo con la “A” maiuscola, e così è stato. Quando credi che un posto faccia al caso tuo perché è lontano dalla civiltà e quando stai per arrivare, ti accorgi che è davvero lontano da tutto e inserito in un contesto naturalistico da toglierti il fiato. Dopo aver percorso chilometri di strada sterrata, sono arrivata all’Agriturismo e mi ha accolta Daniela dicendo: “ecco arrivati i desaparesidos!”. Nome più azzeccato non poteva starci. Nel tragitto avevo perso le speranze e credevo di aver sbagliato strada più volte, ma poi ho compreso che bastava avere un po’ di pazienza e sarei arrivata a destinazione.
La strada da percorrere per arrivare all’agriturismo è fuori dallo standard a cui si è solitamente abituati. Bisogna percorrere 5,6 chilometri di strada sterrata ed assaporare il territorio delle colline umbre per poi approdare in questo angolo di paradiso. Un luogo meditativo e capace di coccolarti l’anima. Daniela e Stefano (lo chef), ti accolgono, ti danno consigli, ti viziano con la loro cucina: torte fatte a mano a colazione, cene davvero a chilometro zero con prodotti genuini e di qualità (come dovrebbe essere in qualunque Agriturismo, ma non sempre è così).
Insomma, un’esperienza fuori dal tempo frenetico della società che ti fa assaporare la bellezza di rimanere a contatto con la natura e, da una volta che ci sei stato, ti rimane solo il desiderio di ritornarci al più presto.
3. PERUGIA
Perugia è sicuramente una città da visitare con calma, prendendosi il giusto tempo. Nel mio caso il tempo a mia disposizione era solamente di una giornata e quindi ho cercato di vedere le cose che più richiamavano la mia curiosità. Una città ricca di monumenti ed opere d’arte, nonché, attivo centro economico sia in campo agricolo che industriale e commerciale.
La piazza più suggestiva di Perugia è sicuramente Piazza IV Novembre: nucleo storico ed artistico della città. La piazza è circondata dalla bellezza di tre monumenti che la rendono una delle piazze italiane più belle ed eleganti. Questi tre monumenti sono: la Fontana Maggiore che rappresenta uno dei capolavori dell’arte del ‘200 poiché fonda insieme l’armoniosa strutturazione architettonica e la bellezza della parte decorativa. Poi abbiamo la Cattedrale di San Lorenzo. La chiesa, iniziata nel XIV secolo, venne completata solo alla fine del XVI secolo. La maestosità e i dettagli delle facciate esterne accompagnano i visitatori nel viaggio di arrivo all’interno della cattedrale dove si trovano tre slanciate navate che ospitano dipinti di particolare pregio. Dall’interno si può anche accedere ai due chiostri annessi alla chiesa, che costituiscono esempi di elegante architettura quattrocentesca e che sono stati, in passato, sedi di conclavi. Oggi, invece, accolgono diversi reperti archeologici. Infine il Palazzo dei Priori, un mirabile edificio di grandioso effetto per la potente ed elegantissima orchestrazione delle pareti e per la sequenza di trifore che la decorano. Suggestiva al suo interno, la Sala dei Notari, un ambiente suggestivo e solenne caratterizzato da otto arcate larghe e ribassate che determinano tutta la strutturazione della stanza.
Continuando il viaggio della città, una delle attrazioni più immersive, che fa parte delle testimonianze archeologiche più suggestive, è sicuramente il Pozzo Etrusco: opera d’ingegneria idraulica della seconda metà del III secolo a.C. Il pozzo ha una profondità di circa 37 metri ed è tutt’ora alimentato da sorgenti sotterranee. È caratterizzato da una copertura con imponenti travature in travertino del peso di circa 160 quintali, posizionate senza l’uso di malte o calci. Una passerella in vetro e acciaio sospesa nella cavità, permette una vista suggestiva, unica nel suo genere.
Un’altra piccola chicca da non perdere è il collegio del Cambio: uno di quei luoghi che nel loro essere piccoli e densi di arte, ti fanno perdere la cognizione del tempo. Fu la sede del cambio della valuta, stabilita in alcuni locali a un’estremità del palazzo dei Priori, ed oggi costituisce un vero e proprio gioiello d’arte. Ogni singolo affresco è degno di nota e nella parte superiore della volta si può ammirare il lavoro maestrale del Perugino. Un ciclo decorativo che segna la Sala delle Udienze.
Passeggiando per le vie della città, ad un certo punto ci si imbatte in un’atmosfera completamente diversa, molto bohémien: è la Via della Viola e dintorni, un quartiere che è diventato fulcro dell’arte e di chi ha voglia di esprimere ciò che ha dentro. Opere, installazioni e tanta arte che accompagna il turista, ma non solo, in questa via fuori dai soliti standard. Ad un cerro punto si sentiva musica, era una stanza, con un pianoforte e una ragazza che suonava. All’esterno il Manifesto “fiorivano le viole” e la spiegazione di cos’è quel luogo. Si legge nel testo: “Svariate prospettive che avremmo piacere di condividere in questo spazio dove si respira il profumo delle viole, che qui non sfioriscono mai”.
4. ASSISI
Assisi, una città che mi ha affascinata e delusa allo stesso tempo. Da questo viaggio ho compreso, profondamente, come un’aspettativa possa metterti nella condizione di provare una delusione, quasi indescrivibile. Immaginavo che fosse una città mistica. Una città capace di far sentire la spiritualità e trasportarti in un’altra dimensione, ma così non è stato. La quantità di turismo, il poco rispetto per i luoghi sacri (che purtroppo non ho notato solo lì), mi ha messa nelle condizioni di non vivere al meglio la scoperta di questa città. Ma nonostante tutto, ci sono stati dei momenti dove il poco flusso turistico mi ha fatto assaporare la vera energia di questo luogo.
Il mio viaggio di scoperta ad Assisi è iniziato con la Basilica di Santa Chiara dove le linee architettoniche si rifanno al gotico italiano, ma con accento del tutto “francescano”. La facciata esterna si presenta con fasce alternate di pietra bianche e rosa e sul lato sinistro vi sono tre contrarchi, molto suggestivi, che sono stati costruiti per dare stabilità all’edificio.
Dalla parte opposta della città si trova invece l’imponente Basilica di San Francesco. “Nata dalla terra, si staglia verso il cielo”: sembra essere questo il significato della Chiesa. In questo enorme complesso ci sono la Basilica Inferiore, la tomba di San Francesco, il Transetto e la Basilica Superiore (teatro di incontri religiosi che hanno investito i patriarchi del mondo). Costruita in pietra bianca, in stile gotico, al suo interno si trova il ciclo pittorico dove la mano di Giotto e della suo scuola sono indubbie. L’artista ha voluto rappresentare l’intera vita del Santo, ripercorrendo le pagine della Leggenda di San Bonaventura.
Infine, un luogo che ha mantenuto molta spiritualità è sicuramente l’Eremo delle carceri: un luogo dedicato alla contemplazione, al silenzio e a stretto contatto con la natura. Si può raggiungere proseguendo direttamente dall’Abbazia di San Benedetto, sulla strada in salita che si percorre a mezza costa del Monte Subasio. L’itinerario ha il suo inizio nel cortile d’ingresso e si dipana attraverso il Refettorio, per poi arrivare alla grotta di San Francesco (suo abituale giaciglio). La strada poi conduce al bosco dove si può ammirare il secolare Leccio, sul quale, secondo la leggenda, si posavano gli uccellini cui il Santo si rivolgeva.
5. CASCATA DELLE MARMORE
Ricordate quando si studiava geografia alle elementari e c’erano nomi che ti entravano dentro e ti chiedevi se mai un giorno li avresti visti dal vivo? Ecco, a me è successo questo con la Cascata delle Marmore. Per chi non lo ricordi, si trova nella Valnerina, a poca distanza dalla città di Terni, nel meraviglioso Parco Naturale della Cascata delle Marmore. Il nome Marmore deriva dai peculiari sali di carbonato di calcio che si sedimentano sulle rocce della montagna, il cui riflesso della luce del sole li fa assomigliare a cristalli di marmo bianco. Marmore è anche il nome del vicino paese medievale, uno dei borghi più belli della Valnerina assieme a Piediluco e Arrone.
La Cascata delle Marmore è considerata una delle più alte d’Europa. Il dislivello complessivo tra la cima e la base è di 165 metri, suddiviso in tre salti.
Si può scegliere tra ben cinque percorsi a piedi per vedere i salti da più prospettive e per godere a pieno della bellezza naturalistica del parco ma bisogna fare attenzione agli orari di visita della Cascata. Infatti non è sempre possibile vederla nella sua piena forma, dato che le acque della cascata vengono utilizzate per la produzione di energia idroelettrica. Se arrivate attorno all’ora di pranzo avete la fortuna di vedere la cascata nella sua piena espressione e di assistere allo spettacolo del suo spegnimento.
Martina Dell’Osbel