Ocean Array Cleanup: la macchina che ripulirà l’oceano dalla plastica

Ocean Array Cleanup è la macchina che pulirà gli oceani dalla plastica. Questa macchina è stata progettata da Boyan Slat, che dopo aver testato il suo progetto e aver raccolto i fondi necessari per la realizzazione della sua idea, diventerà realtà molto presto cominciando il suo percorso nell’oceano.

Nonostante i dubbi iniziali sul progetto, l’idea di Boyan si è rivelata vincente ed il suo sistema di raccolta dei rifiuti salperà da San Francisco diretto verso il Great Pacific Garbage Patch, a metà strada tra la California e le Hawaii. La macchina sfrutta le correnti marine per raccogliere i detriti presenti negli oceani in apposite piattaforme.

La prima tappa della macchina è la grande isola di plastica, nota come Great pacific garbage patch, che galleggia nell’oceano Pacifico tra la California e le Hawaii. L’isola ha iniziato a prendere forma negli anni ’80 per l’azione della corrente oceanica definita “vortice subtropicale del nord pacifico”. Questa specifica corrente è stata in grado di radunare e far aggregare i detriti presenti nel mare fino a creare quella che oggi chiamiamo isola di plastica.

Saranno necessarie circa tre settimane per raggiungere l’isola di plastica e il sistema dovrebbe essere operativo entro la fine dell’estate. Si tratterà di un test, secondo il sito Ocean Cleanup, che cercherà di osservarne il funzionamento sul campo e rilevare eventuali problemi prima che altri boomer vengano spediti nei prossimi anni nei mari del mondo.

Il progetto prevede l’utilizzo di una catena di barili galleggianti, privi di reti e lunghi 2 chilometri, posizionati nello stesso verso della corrente del mare. In questo modo, la struttura è in grado di raccogliere passivamente i rifiuti e indirizzarli verso la parte centrale. I rifiuti che si raccolgono all’interno della macchina sono poi raccolti una volta al mese da una barca. La macchina di Boyan Slat non ha bisogno di fonti di energia esterne per funzionare: tutto il suo lavoro si basa sulle correnti marine e sull’energia solare, per cui la Ocean Array Cleanup ha un impatto ambientale pari a zero. Inoltre, non rappresenterà un problema per gli animali marini. La macchina potrebbe pulire fino al 50 per cento dell’isola di plastica in 5 anni, secondo le stime effettuate.

Per quanto questi progetti siano ambiziosi e all’avanguardia, bisognerebbe non solo pulire ma anche prevenire che la plastica entri negli oceani: riciclando meglio e mettendo in atto strategie a monte volte al maggior rispetto nei confronti di madre natura.

 

Martina Dell’Osbel

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