“Cacciatori nel buio”, il libro dello scrittore inglese Lawrence Osborne, si trova sugli scaffali da fine agosto e ha già sta scalando le classifiche dei più venduti. Presentato alla kermesse libraria di PordenoneLegge 2017, l’autore ha piacevolmente scherzato con il pubblico parlando in italiano (solo un po’) e raccontato chi sono i cacciatori descritti nel romanzo. L’ambientazione non sorprende i lettori già affezionati, dato che lo scrittore da anni vive a Bangkok e ha sempre avuto una particolare passione per i Paesi asiatici. Traduzione italiana di Hunters in the Dark uscito nel 2015, il romanzo racconta la storia avvincente di Robert, giovane insegnante inglese in vacanza in Cambogia e Thailandia. Vince una somma di denaro in un casinò e decide di non tornare più in Inghilterra, ma preferisce restare in Cambogia come barang: uno dei tanti espatriati occidentali che cercano la felicità in un mondo che difficilmente potrà essere compreso fino in fondo e che di solito trascina alla deriva chi non è nato con il dna cambogiano.
Le vicende di Robert potrebbero essere interpretate come autobiografiche, ma Osborne afferma che l’unica cosa che lui e il protagonista hanno in comune è il trovarsi in un Paese completamente sconosciuto, tutto da scoprire, senza punti di riferimento, lontano da famiglia e rete di amici. “Personalmente – spiega Osborne alla conferenza stampa di PordenoneLegge in cui ha presentato il libro – adoro l’emozione di un nuovo territorio tutto da esplorare e la consapevolezza di essere nel completo anonimato. A Bangkok ora posso avere la mi avita personale privata e anonima. “
Questo romanzo arriva dopo il grande successo di “Bangkok” e “The Forgiven” e lo stesso autore afferma che passare dai libri di viaggi al genere romanzato è una scelta che non ha convinto molto l’editore all’inizio, ma che si è rivelata una decisione ottimale. “L’ambientazione in Cambogia – continua l’autore – è aiutata dalla mia esperienza personale. Ci sono stato molte volte in passato, senza però mai avere in mente l’idea di scriverci una storia. In particolare, il confine tra Thailandia e Cambogia che Robert supera, rappresenta un po’ il passaggio da un luogo urbanizzato e cacofonico ad uno ricco di paesaggi colorati, belli come dei quadri polinesiani di Gaugain. Non è solo un passaggio fisico da un posto all’altro, è anche un salto temporale, dai giorni nostri agli anni 50/60, visto che in Cambogia sembra che il tempo si sia davvero fermato a quegli anni.”
Non una critica nei confronti dell’uomo occidentale, ma una conferma che luoghi come la Cambogia lo attraggono in modo irresistibile, perchè oramai è assodato che “the westener wants to escape”, l’occidentale vuole scappare: una fuga dal mondo conosciuto verso posti nuovi alla ricerca di emozioni e meraviglia.
“Non mi sento mai negativo quando intraprendo un’esperienza di viaggio. Anche se questo significa arrivare in luoghi difficili come Papua Nuova Guinea, dove ho pure rischiato di morire.”
Francesca Casali