Obiettivo di questo progetto ambizioso: raggiungere 100.000 visitatori all’anno. Tirpitz, singolare museo danese, si guadagna in poco tempo l’appellativo di “primo museo invisibile del mondo”, promettendo ai visitatori di vivere un’esperienza unica e sorprendente.
All’arrivo, i visitatori vedranno prima il bunker, ma avvicinandosi sempre di più, si potranno accorgere di tagli e tracce che conducono verso il centro del Museo. Infatti, questa struttura, è stata realizzata in uno storico bunker della seconda guerra mondiale, nella località danese di Blåvand, ed è composto da quattro aree espositive all’interno di una singola struttura di 2.800 mq. Il singolare museo danese si mimetizza quasi completamente con il paesaggio circostante e le gallerie si integrano nelle dune come un’oasi aperta: un contrasto netto con il cemento della fortezza nazista.
A progettare questo “museo quasi invisibile” è stato lo studio guidato dall’architetto Bjarke Ingels, che ha portato a termine un intervento intrapreso nel 2014. Le esposizioni, curate dall’agenzia olandese Tinker Imagineers, mostrano esperienze tematiche permanenti e temporanee.
Dall’operazione, finanziata da A. P. Møller, dalla Fondazione Chastine Mc-Kinney Møller, dalla Fondazione Nordea, dalla Fondazione Augustinus e dalla municipalità di Varde, è così sorto un complesso culturale innovativo, in grado di ospitare in contemporanea quattro mostre.
Tirpitz è diventato un luogo dove natura e cultura si incontrano: una visita al museo che diventa viaggio esperienziale. Il bunker rimane quindi l’unico punto di riferimento di un patrimonio storico ormai lontano che segna l’ingresso in un nuovo luogo di incontro culturale.
Martina Dell’Osbel