Stufi di andare al mare? Se questa estate volete optare per una vacanza diversa, queste 3 mete, dalle Alpi agli Appennini, vi faranno scoprire antiche leggende, paesaggi incantevoli e peculiarità locali:
Val Sarentino (Alto Adige): escursioni alpine e omini di pietra
Nel cuore dell’Alto Adige, a nord di Bolzano, si trova la Val Sarentino, cinta a ferro di cavallo dalle Alpi Sarentine. Un angolo di pace che è un vero piacere per gli occhi dato il panorama mozzafiato a 360° che spazia dalle Alpi dello Zillertal alle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’UNESCO, fino ai ghiacciai del Gruppo dell’Ortles. Nella valle serpeggiano numerosi sentieri per escursioni in gruppo o in solitaria. Tra i percorsi più caratteristici segnaliamo il sentiero dello “Hufeisentour”, tra i Monti Sarentini, che, attraversando malghe e pascoli, consente di provare quel senso di libertà che solo la montagna sa regalare.
Sulla cima chiamata “Hohe Reisch”, a 2003 m.s.l.m. e raggiungibile dalla Malga dei Prati, si trova un luogo avvolto nel mistero, dimora degli “Stoanernen Mandln”, ovvero gli “omini di pietra”. Qui sorgono delle antiche colonne di massi risalenti all’età della pietra, in corrispondenza delle quali il diavolo e le streghe si davano appuntamento per i riti magici. Secondo la leggenda a frequentare i sabba era anche la strega “Pachlerzottl”, la più temuta dell’intera Val Sarentino. Se temente di incontrare la stega, potete godervi il paesaggio montano senza sforzi salendo sulla cabinovia di Reinswald che porta direttamente alla malga Pichlberg, dove poter gustare le prelibatezze locali.
Val di Rhemes (Valle d’Aosta): il ritorno del gipeto e la Maison Bruil
Tra la Valsavarenche e la Valgrisenche, sorge una tipica vallata di origine glaciale: la Val di Rhemes. Il versante destro fa parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso mentre a sud la valle lambisce il confine con la Francia. Dai due comuni principali, Rhemes-Notre-Dames e Rhemes-Saint-Georges, partono diversi sentieri alla scoperta delle bellezze paesaggistiche che la valle ha da offrire. Durante le escursioni non è raro imbattersi in stambecchi e camosci, che sembrano aver accolto serenamente la presenza umana, e se siete abbastanza fortunati, vi capiterà di avvistare il gipeto: uno degli avvoltoi europei di maggiori dimensioni, conosciuto anche come “spacca ossa” data la sua predilezioni alimentare per ossa e carcasse di animali. Per scoprire qualcosa in più su di lui, nella località di Chanavey si trova il Centro Visitatori del Parco Nazionale del Gran Paradiso dove è allestita una mostra dedicata al suo tanto atteso ritorno sulle Alpi.
Siete mai entrati in un’autentica casa rurale valdostana? In località Villes Dessus (Introd) si trova la Maison Bruil, un prezioso esempio architettonico del XVII secolo in pietra e legno sede del museo etnografico. Grazie all’attenta ristrutturazione, il visitatore può addentrarsi nei 3 piani della casa e visitare la mostra dedicata alla conservazione dei cibi. All’interno del museo troverete anche l’Atelier de Goût, uno spazio dedicato ai prodotti dell’Espace Grand Paradis dove vengono organizzate occasionalmente sfiziose degustazioni.
Castelnovo ne’ Monti (Emilia Romagna): il monte del Purgatorio e i Gessi Triassici
La località considerata il capoluogo dell’Appennino Reggiano è Castelnovo de’ Monti, la cui identità è associata alla suggestiva Pietra di Bismantova. Questa montagna appare come un enorme scoglio sulla cui sommità si estendono 12 ettari di piano erboso. Dante Alighieri rimase talmento affascinato da questa singolare altura che, oltre a scalarla, la citò nella Divina Commedia e vi si ispirò per descrivere il monte del Purgatorio. Incastonato alle pendici della Pietra si trova l’Eremo Benedettino, del quale le prime notizie sono datate 1411. Un luogo di pace che era meta di pellegrinaggio già dal 1617.
Nell’Alta Val Secchia, al confine tra Busana, Castelnovo ne’ Monti e Villa Minozzo, si trova l’area dei Gessi Triassici. Si tratta di rocce vecchie più di 200 milioni di anni, le più antiche di tutto l’Appennino, che hanno dato al paesaggio la spettacolare conformazione carsica, tra inghiottitoi, doline e grotte, come il Tanone Grande della Gacciolina, una delle più importanti della zona. Per rifocillarsi dopo un’escursione non c’è niente di meglio che dedicarsi ai piaceri del palato. Castelnovo è sede dell’unica Condotta di Slow Food dell’Appennino Reggiano e ha vinto il premio Cittaslow grazie al ricco patrimonio enogastronomico e l’attenzione verso il turismo lento. Tra le specialità locali sono da provare quelle a base di zuccotto di Bismantova, salame “Fiorettino” e l’intramontabile Parmigiano Reggiano.
Sara Forniz