Amedeo Modigliani: il prototipo dell’artista tormentato e dissoluto. A questa figura intensa, controversa e misteriosa sono state dedicate molte mostre tra cui quella che sarà possibile visitare fino al 16 luglio 2017 a Genova a Palazzo Ducale. Un percorso attraverso dipinti provenienti da importanti musei internazionali, come il Musée de l’Orangerie e il Musée National Picasso di Parigi, il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, la Pinacoteca di Brera e alcune prestigiose collezioni europee e americane.
Al centro di questa esposizione il tema del ritratto. Volti fuori dal tempo, sguardi appuntiti e vivi. I ritratti di Modigliani puntano dritto all’anima dei soggetti e la restituiscono attraverso una classicità distorta. Un segno pittorico unico, che ha aperto una parentesi nella storia dell’arte del Novecento, segnando una direzione radicale.
Oltre ai celebri ritratti, in mostra sono allestiti anche i Nudi, tra cui il Nudo accovacciato di Anversa e il Nudo disteso, affiancati da una ricca esposizione di studi, disegni, acquarelli, tempere. Su tutti spiccano Le Cariatidi, figure di donne ricche di rimandi all’arte primitiva, in cui il la dolcezza si mischia al mistero.
Mentre prendeva forma il cubismo e l’espressionismo, Modigliani, nella Parigi dei primi del Novecento, visse gli epocali cambiamenti del mondo dell’arte. Sembra però che non sia stato influenzato fino in fondo da ciò che lo circondava. Si è molto parlato, e si parla ancora, della sua vita dissoluta, dell’uso di droga e alcol anche se non tutti i critici sono concordi sul fatto che sia stato un aspetto così rilevante della sua arte. Modì: questo il soprannome affibbiatogli in Francia per via dell’italianizzazione del vocabolo francese maudit, traducibile in “maledetto”.
Nel 1917 conobbe la diciannovenne Jeanne Hébuterne, studentessa di pittura che fu la sua compagna negli ultimi anni di vita. Il 24 gennaio 1920 Modigliani morì e il giorno seguente Jeanne, incinta del secondo figlio, si uccise gettandosi dalla finestra del quinto piano. Solo dopo diversi anni i parenti acconsentirono che Amedeo e Jeanne fossero sepolti insieme nel cimitero parigino di Pére Lachaise. Le ultime opere esposte a Palazzo Ducale raccontano questo amore e ciò che da lì è nato: Jeanne, la figlia che aveva poco più di un anno al tempo della morte dei suoi genitori, ha raccolto in pubblicazioni e ricerche le memorie di famiglia, dedicandosi alla riabilitazione della figura del padre dalla leggenda dell’artista maledetto.
Tutto ciò che oggi si può ammirare nei dipinti di Modigliani è un mix tra talento, charme ed eleganza, ma anche amore, esplosioni di rabbia e ossessione del colore.
“Quello che cerco non è né il reale né l’irreale, ma l’inconscio, il mistero istintivo della razza!”. Lo diceva Amedeo Modigliani, il quale in tutte le sue opere ha sempre dato spazio a quel misterioso ed enigmatico incontro tra finzione e realtà, possibile ed impossibile. La morte, giunta a soli 35 anni, gli ha negato il tempo della gloria e della pace.
Martina Dell’Osbel