Una mostra filologica e inedita quella che si potrà visitare fino al 9 luglio 2017 al Mudec di Milano. Un viaggio alla scoperta delle origini dell’ispirazione di Vasilij Kandinskij dal titolo: Il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione. 49 opere che raccontano il “periodo del genio” che porta alla svolta completa verso l’astrazione, e 85 tra icone, stampe popolari ed esempi di arte decorativa. Un’occasione per tutti gli appassionati di arte di poter entrare in un contesto ricco di opere provenienti dai più importanti musei russi, alcune mai viste prima in Italia.
Nell’esposizione “site-specific”, curata da Silvia Burini e Ada Masoero, viene esplorato il legame fra arte e scienze e la metafora del viaggio come avventura cognitiva che stanno alla base della ricerca artistica di Kandinskij, considerato il fondatore dell’astrattismo. Questa mostra rappresenta un vero proprio viaggio attraverso l’opera del fondatore dell’astrattismo che consente di scoprire le origini profonde, culturali e affettive, del suo linguaggio che ha rivoluzionato il corso dell’arte europea.
La mostra di Kandinskij al Mudec di Milano torna ad omaggiare il grande artista russo dopo il successo della mostra di Palazzo Reale. Scopo di quest’esposizione è quella di analizzare le innumerevoli fonti visive che hanno ispirato l’immaginario visivo e il codice simbolico di questo artista. A guidare il percorso della mostra è il tema del viaggio, che segna in maniera indelebile l’esperienza biografica di Kandinskij attraverso tradizioni popolari del proprio paese e luoghi da lui visitati. Moscovita di nascita, Kandinskij, risente fin dall’inizio dell’influenza di due culture: quella russa e quella tedesca. La famiglia paterna era infatti originaria della Siberia orientale, dove si era dedicata al commercio del tè, mentre la nonna materna era baltica, di lingua tedesca.
La nascita in una famiglia colta favorisce il suo precoce incontro con gli studi classici, la musica e il disegno e desta in lui una curiosità e un approccio scientifico alla realtà che lo porteranno negli anni dell’università ad interessarsi all’etnografia. Fondamentale per la sua carriera di pittore è il soggiorno del 1889 nel governatorato di Vologda, nel Nord della Russia, dove studia le credenze e il diritto penale dei komi, e il popolo degli ziriani, raccogliendo canzoni popolari.
La mostra è suddivisa in quattro sezioni:
- la prima dedicata a “Vologda: il viaggio dentro il quadro”;
- la seconda “Il cavaliere errante”: legata al periodo dell’infanzia dove protagonisti sono il tema del cavallo e del cavaliere;
- la terza “Mosca Madre”: dedicata ai luoghi della sua vita: Mosca, ma anche Odessa, Monaco e il villaggio bavarese di Murnau;
- la quarta “Musica dell’astrazione”: che parla della conquista dell’astrazione che fu per Kandinskij un percorso tortuoso.
Da non tralasciare tra un quadro e l’altro, l’ausilio di strumenti multimediali specifici attraverso i quali si può entrare all’interno dei suoi dipinti astratti e percorrerli, un po’ come desiderava Kandinskij quando diceva: “per anni ho cercato di ottenere che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri: volevo costringerli a dimenticarsi, a sparire addirittura lì dentro”. Infine, da non dimenticare, le tante le iniziative che il Mudec ha previsto anche per i bambini e i loro genitori.
Martina Dell’Osbel