Andar per giardini: la nuova tendenza è l’Horticultural Tourism

Si sta sviluppando una nuova forma di turismo slow volto alla scoperta dei giardini più belli d’Italia: è l’Horticultural Tourism. D’altronde nel nostro Paese la cultura del giardino ha orgini antiche: nel Medioevo esso era legato esclusivamente alla sua utilità, mentre è con il tardo Rinascimento che la concezione di questo luogo cambia: nasce il giardino all’italiana, dedicato allo svago e al piacere. Al suo interno vengono introdotti sculture ed elementi architettonici classici fortemente decorativi, delle volte quasi scenografici. È proprio nel XV secolo che si sviluppa la passione per l’ars topiaria, che prevede la potatura di alberi e arbusti secondo forme geometriche. Questo rigore lo si nota anche nei prati, estremamente curati secondo un’ottica di addomesticazione della natura.

L’Horticultural Tourism rappresenta una tendenza che vede protagonisti 120 giardini storici aperti al pubblico in 11 regioni italiane: un importantissimo patrimonio culturale promosso e tutelato grazie al network Grandi Giardini Italiani, nato nel 1997, e che ogni anno attira non solo architetti del paesaggio e botanici ma tutti gli amanti del verde, anche stranieri. In quasi tutte queste proprietà è possibile visitare anche ville e palazzi storici, la cui identità è strettamente legata al giardino. Spesso all’interno di queste affascinanti dimore vengono organizzati matrimoni, congressi e meeting, mentre nel 40% dei giardini aderenti al network il visitatore ha l’opportunità di pernottare, vivendo un’esperienza estremamente suggestiva. Meno della metà di questi luoghi storici offre anche percorsi didattici e laboratori per bambini e studenti.

Sono stati circa 8 milioni i visitatori che hanno scoperto questi luoghi nel 2015, una stima destinata sicuramente ad aumentare dato il forte interesse nei confronti di offerte turistiche alternative e “lente”, per vivere in maniera curiosa e rilassata luoghi unici. Ma per poter garantire una risposta efficiente, diverse proprietà aderenti a Grandi Giardini Italiani reinvestono i propri utili dotandosi, ad esempio, di servizi di ristorazione o pernottamento, per il miglioramento della comunicazione, del marketing o si adoperano per realizzare migliorie strutturali. Un ulteriore e fondamentale punto di forza di questo progetto è la condivisione del know-how, ovvero dell’insieme di conoscenze, competenze ed esperienze di ciascuna proprietà. In questo modo è possibile assimilare le buone pratiche migliorando costantemente la realtà dei giardini italiani nel suo complesso e, di conseguenza, soddisfare sempre meglio le esigenze dei visitatori. All’interno dei Grandi Gardini Italiani si svolgono più di 700 eventi ogni anno, un ulteriore elemento di attrattiva.

L’Horticultural Tourism rappresenta una spinta verso un circuito virtuoso di valorizzazione a livello locale, dove quindi a beneficiare della presenza turistica sono anche le strutture alberghiere e i ristoranti limitrofi, oltre alle città stesse dove si trovano i giardini.

Nel 2016 sono entrati a far parte del network 8 nuovi giardini: Parco Nocivelli (Verolanuova – Brescia), Villa Badia (Sezzadio – Alessandria), Villa Grock (Imperia) Palazzo Colonna (Roma), Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte (S. Giovanni La Punta – Catania), Casa Cuseni (Taormina – Messina), Villa Tasca d’Almerita (Palermo) e Tenuta Regaleali (Sclafani Bagni – Palermo).

Per scoprire quali sono gli altri Grandi Giardini Italiani, ecco il sito di riferimento: www.grandigiardini.it

 

Sara Forniz

 

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