Ci sono mostre che, se inserite in un contesto armonioso, risultano ancora più accattivanti e degne di essere visitate. Un esempio di questa fusione, tra ambiente e opere, è quella di Francis Bacon, che si potrà visitare fino al 1° maggio presso il complesso Casa dei Carraresi a Treviso. L’edificio coniuga con grande armonia la struttura con gli ambienti espositivi, dando vita ad una cornice in grado di enfatizzare le opere esposte.
Il progetto scientifico che viene proposto al complesso Casa dei Carraresi, vuole mettere in luce la storia di una collezione poco conosciuta e controversa di opere italiane dell’artista, realizzate in un momento nel quale egli espresse con intensità il suo intimo pensiero pittorico. Francis Bacon, nato a Dublino nel 1909, visse una serie di turbamenti e difficoltà che lo allontanarono dal percorso che il padre aveva progettato per lui. Uomo controverso, sregolato, un’artista dannato che si rese conto della propria omosessualità. Le sue opere sono la rappresentazione del dramma dell’uomo moderno e il suo percorso artistico risulta davvero di difficile collocazione. Francis Bacon deforma la figura umana nel periodo in cui nel mondo dell’arte nasceva l’astrazione influenzata dalla nuova avanguardia americana dell’Action Painting di Pollock, filone artistico che Peggy Guggenheim contribuì a far conoscere assieme anche alle opere dell’artista irlandese. Bacon si definiva:
“Un creatore di immagini (…) Entro appena in queste immagini, come se si fossero calate in me. Penso sempre a me stesso più come un medium, per accidente o per azzardo, che come un pittore. Non credo di avere talento, credo di essere solo recettivo.”
La mostra guida lo spettatore in un viaggio attraverso il quale ogni artista ed ogni individuo sono alla ricerca di un senso, di una verità e di uno stimolo per definire i contorni del proprio essere. Una collezione tanto discussa quanto affascinante che approfondisce alcune tematiche dell’artista irlandese: le crocifissioni, i papi, i ritratti e gli autoritratti, attraverso una nutrita scelta di opere provenienti appunto dalla Francis Bacon Collection of the Drawings Donated to Cristiano Lovatelli Ravarino. L’esposizione offre l’incredibile opportunità di entrare nella mente dell’artista, di comprenderne i dubbi, le angosce e le ragioni che lo spinsero a scegliere i suoi soggetti. Sono inoltre presenti opere di confronto di altri artisti che inviteranno il visitatore alla riflessione sulla coscienza e sull’esistenza.
Si può concludere con un’affermazione di Bacon, presente negli Entretiens avec Michel Archimbaud: “La pittura […] è il risultato di una specie di conflitto tra la materia e il soggetto. Vi è come una tensione […] È anche vero che per me resta sempre importante la figura umana, le sue continue trasformazioni.”
La mostra è una vera e propria visione del lavoro di una vita di questo artist, dei suoi tormenti irrisolti e delle inquietudini che hanno portato a grandi contraddizioni e turbamenti interiori.
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Martina Dell’Osbel