Eliseo Mattiacci al Mart di Rovereto

Una delle tappe obbligatorie per chi vuole godere dell’arte contemporanea è sicuramente il Mart: Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. La sede del Mart è ubicata tra due palazzi settecenteschi, ed è stata creata dall’architetto svizzero Mario Botta in collaborazione con l’ingegnere Giulio Andreolli. In questo piccolo gioiello incastonato tra le montagne trentine, si possono assaporare diverse correnti artistiche: Futurismo, Pop Art, Arte Povera, Realismo e Arte Contemporanea. Tra le collezioni permanenti troviamo:

“L’invenzione del moderno”: sezione suddivisa in due percorsi. Il primo legato al Futurismo dove troviamo capolavori storici di Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Luigi Russolo e Fortunato Depero. Il secondo legato all’immagine di una rappresentazione trascendentale con opere di Arturo Martini, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi e Mario Sironi.

“L’interruzione del contemporaneo”: una sezione dedicata alle opere delle Collezioni del Mart fra gli anni 50′ fino ai giorni nostri, un percorso che mette in risalto i punti salienti dell’arte italiana. Troviamo artisti protagonisti dell’arte contemporanea: Alberto Burri, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto e Grazie Toderi.

mattiacci_motociclista-1170x823Da sempre il Mart organizza, ogni anno, grandi mostre tematiche. Quest’anno, fino al 12 Marzo, sarà possibile vedere le opere dell’artista contemporaneo Eliseo Mattiacci, uno dei più grandi interpreti e protagonisti dell’arte contemporanea internazionale. La retrospettiva che propone il Mart intende ripercorrere la carriere dell’artista attraverso installazioni di grandi dimensioni. Un’esposizione che punta a far entrare i visitatori in un viaggio per percorrere l’origine e le forme della scultura contemporanea. Alcune delle opere esposte:

“Motociclista” (1981): una delle opere più impattanti esposte al Mart. Una rotaia di ferro in equilibrio su due cumuli di mattoni dove si appoggia un motociclista. Un salto nel vuoto che rappresenta e celebra il passaggio dalla dimensione terrestre a quella cosmica.

“Locomotiva” (1964): la scultura presenta una serie di forme circolari in ferro, montate in sequenza verticale su tre livelli. Un’opera che riesce ad evocare un senso di dinamismo e che delinea intuizioni e temi che determineranno lo sviluppo artistico di Mattiacci negli anni a seguire.

Sono poi presenti altre opere come: “La mia idea del Cosmo” (2001), “Tavole degli alfabeti primari” (1972), “Esplorazione magnetica” (1988), Cultura mummificata (1972).  

 

Martina Dell’Osbel 

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