Oggi si festeggia il “Safer Internet Day 2017”, Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete promossa dalla Commissione Europea.
Il Safer Internet Day ha l’intento di promuovere un uso più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie, in particolare nelle fasce di età più a rischio: bambini e adolescenti. Nel corso degli anni, e delle varie edizioni di questo evento mondiale che coinvolge ormai oltre 100 Paesi, sono aumentati gli stakeholders che vedono di buon’occhio quest’iniziativa: operatori del settore, istituzioni e organizzazioni.
Quest’anno è stato scelto come slogan: “Be the change: unite for a better internet”. Slogan finalizzato a far riflettere i ragazzi sull’uso consapevole della Rete e sul ruolo attivo e responsabile, per fare in modo che internet diventi un luogo positivo e sicuro. Tra le iniziative in Italia oggi, negli spazi espositivi dell’ex Caserma Guido Reni a Roma, si terrà un incontro tra circa 1000 studenti, aziende e associazioni per confrontarsi sul tema dell’utilizzo consapevole e sicuro del web.
Lo scorso anno, in occasione dell’edizione 2016 del SID, erano stati comunicati dei dati molto allarmanti relativi gli adolescenti e l’utilizzo di Internet. L’indagine dal titolo “Tempo del web. Adolescenti e genitori online”, realizzata da SOS Il Telefono Azzurro, in collaborazione con Doxakids, si basava sulle risposte di 600 ragazzi dai 12 ai 18 anni e 600 genitori dai 25 ai 64 anni. Da questa indagine era emerso che:
– Il 17% dei ragazzi intervistati dichiarava di non riuscire a staccarsi da smartphone e social, e quasi 4 su 5 (78%) chattavano continuamente su WhatsApp;
– Uno su 2 (48%) dichiarava di essersi iscritto a Facebook prima dei 13 anni;
– Quattro genitori su 5 dichiaravano di usare i social per comunicare quotidianamente con i propri figli;
– Quattro ragazzi intervistati su 5 (73%) dichiaravano di frequentare costantemente siti pornografici e il 28% di loro temeva di diventarne dipendente;
– Più di 1 su 10 (12%) dichiarava di essere stato vittima di cyberbullismo;
– Un intervistato su 10 confessava di aver proceduto ad un acquisto senza accorgersene, ma quello che salta all’occhio è che più di 2 su 3 (38%) comprava regolarmente con carta dei genitori (63%) o con propria (22%).
Martina Dell’Osbel