Questo weekend ci sarà a Roma la manifestazione nazionale delle donne per dire basta alla violenza organizzata da #Nonunadimeno promossa da Rete IoDecido, D.i.Re – Donne in Rete Contro la violenza e DI – Unione Donne in Italia e appoggiata da numerose associazioni su tutto il territorio italiano che da sempre si battono per la tutela delle donne. Domani 26 novembre quindi, ilcorteo a Roma con inizio alle ore 14 da Piazza Esedra e fino a Piazza San Giovanni; domenica 27, invece, presso la facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, con inizio alle 10, la giornata sarà aperta a tavoli di discussione per il piano antiviolenza femminista. Un’iniziativa che ha raccolto consensi in tutto il territorio da parte di donne e uomini che si sono dichiarati pronti a scendere in piazza per lanciare un segnale forte contro la violenza nei confronti delle donne, dentro e fuori le mura di casa. L’idea di questo corteo nazionale è stata promossa in occasione dell’assemblea nazionale contro la violenza maschile sulle donne “Ni una menos – Non una di meno” svoltasi a Roma lo l’8 ottobre 2016 presso la facoltà di psicologia di Roma.
L’intento è quello di far diventare la data del 25 Novembre un appuntamento annuale dando inizio ad un percorso di lunga durata capace di proporre un “piano femminista” contro la violenza. Dare spazio quindi ad un processo che possa portare le donne ad un’autodeterminazione tale da non dover più essere vittime di abusi.
Oggi, nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è necessario sottolineare come sia sempre più necessario creare una cultura del rispetto delle donne, ponendo così fine alla violenza. Preoccupa il dato comunicato durante la conferenza stampa dell’ONU da Michelle Bachelet, Vice Segretario Generale e Direttore Esecutivo di UN Women, che ha affermato: “più di cento paesi sono privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica e più del 70 % delle donne nel mondo sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini”.
Nel mondo occorrono cambiamenti culturali per smettere di guardare alle donne come cittadine di seconda classe creando una cultura di rispetto. In questa giornata, in tutto il mondo, ci sono iniziative volte a sensibilizzare e promuovere la “cultura del rispetto”. Iniziative per portare a galla questa problematica sempre più dilagante e silente, di cui spesso non si parla per evitare di aprire il vaso di pandora (anche se ultimamente media e giornali hanno dato sempre più spazio a questo argomento). I dati menzionati sopra fanno capire che le donne ad aver subito violenza fisica o sessuale sono davvero tante, e chissà quale sarà il trend nei prossimi anni. Se questa nuova cultura del rispetto non entrerà a far parte delle menti di ogni essere umano, non si potrà pretendere che in futuro le cose possano migliorare. Non parliamo poi della paura che le donne hanno di denunciare quanto accade nel contesto domestico o con i comportamenti del marito/partner. Senso di vergogna, paura di ritorsioni e timore di non essere appoggiate e capite. Nelle donne vittime di violenza subentrano questi meccanismi che portano alla fine a non denunciare quanto accaduto e rimanere vittime di situazioni strazianti e traumatiche.
Martina Dell’Osbel