I bambini senza pace del Mediterraneo

L’estate è ormai alle porte. La voglia di leggerezza che accompagna in genere questa stagione deve fare i conti con le immagini che bussano da un po’ alla nostra coscienza, fotografie di fatti che ormai stanno divenendo una costante realtà.

Naufragio. Questa è la triste parola che sintetizza il periodo che stiamo vivendo. Un naufragio inarrestabile e che sembra ormai senza fine, incontenibile. Solo la scorsa settimana sono morte oltre 700 persone nel tentativo di attraversare il Canale di Sicilia, di cui 40 sono bambini, 3 appena venuti al mondo. Un bilancio terribile, numeri che fanno impallidire. Nessuno può dimenticare la cruda immagine del piccolo Aylan accovacciato sulla spiaggia  senza vita e poi nelle braccia di un soccorritore.

Una foto che ha fatto il giro del mondo , facendo gridare allo scandalo e suscitando un senso di indignazione senza possibilità di replica. bambino-sirianoEppure quel corpicino restituito dal mare, quel sacrificio umano prometteva soluzioni ben più significative di quelle attuate.

Secondo il portavoce dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati, ogni giorno due bambini muoiono annegati, ciò significa che da quella triste e vergognosa mattina di settembre, altri 500 innocenti sono sepolti dall’indifferenza, dall’egoismo e dagli interessi economici che spingono ad erigere muri piuttosto che aprire porte. Forse, dando un nome a questi bambini riusciamo a non assuefarci ad un fenomeno che ormai non è più emergenza ma si sta prospettando come presente e futuro del nostro paese e del mondo intero.

E allora insieme ad Aylan e a tutti i piccoli che giacciono ancora in fondo al mare e di cui non conosceremo mai il nome ma le cui morti assurde rimarranno scritte nella storia oltre che nelle nostre coscienze, vi sono anche storie a lieto fine come quella di Alex, che oggi ha pochi giorni ed ha avuto la fortuna di nascere su una nave di medici senza frontiere. I suoi genitori sono vivi ed hanno scelto per lui il nome del comandante.

l43-pietro-barolo-braccio-160526180917_mediumO come Favour, che di mesi ne ha 9 ed è giunta sola ma in ottime condizioni a Lampedusa. La sua mamma è morta durante la  traversata e la piccola è stata subito accolta dal dott. Bartolo, eroe di un’isola piccola piccola ma piena di generosità. Gli occhi  profondi e scuri di questa bimba prediletta rappresentano la speranza di un futuro migliore sul quale i governi sono chiamati ad  interrogarsi.

Una strage con un bilancio simile a quello di una guerra, per dimensioni e numero di decessi. Si parla della più grande catastrofe dopo la  Seconda Guerra Mondiale. È un dato su cui dobbiamo fare obiettivamente i conti.

Sono persone e sono in pericolo, non sono il pericolo”, ha detto Papa Francesco.

 

Cecilia Tosi

 

 

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