Paolo Crepet: oggi gli adolescenti fanno i fidanzatini

DosMo Magazine intervista Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, in merito alla situazione odierna degli adolescenti e del loro approcciarsi ai rapporti di coppia.

DosMo Magazine: Al giorno d’oggi ci sono moltissimi adolescenti che vivono rapporti di coppia intensi, quasi a bruciare tutto subito. Perchè?

crepetPaolo Crepet: Oggi gli adolescenti, non tutti si intende, ma in un numero sempre maggiore, fanno subito i fidanzatini: si scambiano l’anello, si comportano come mio nonno e mia nonna, sono già con le pantofole la domenica pomeriggio a guardare la partita di calcio sul divano. Interpreto questa situazione come una reazione alla generazione dei suoi genitori che arriva fino alla mia, che con la scoperta della libertà sessuale dagli anni 60 in avanti e la conquista della possibilità di divorzio e separazione (ricordiamo Marco Pannella), hanno combinato un po’ di pasticci dal punto di vista affettivo. Hanno usato questa libertà in modo tale che ciò ha scosso le radici della famiglia tradizionale, di base molto ipocrita ma prevalente e che per certi versi che ancora c’è. Probabilmente gli adolescenti di oggi sono in gran parte figli di famiglie fratturare e ricomposte quindi hanno visto il lato debole della libertà. Questo li porta a reagire in maniera più tradizionale rispetto a quello a cui ormai siamo abituati.

DM: Non è un limite alla loro stessa libertà?

PC: Esatto. Questo fenomeno porta ad una limitazione della libertà progettuale, che non riguarda la libertà di organizzarsi una giornata o di uscire la sera, ma ciò che si ha in progetto di fare tra 5 anni.

DM: A cosa è dovuta questa situazione?

PC: C’è grande complessità nel mondo del lavoro che impedisce la realizzazione di sé, delle proprie passioni e sogni, impedisce la soddisfazione personale. Quando si accetta e dà per scontata una certa frustrazione nella mia vita personale ci si butta a capofitto nell’affettivo: il fidanzatino diventa la soluzione alle frustrazioni.

DM: Sono così giovani, e se poi la storia finisce?

PC: Un disastro. Si crea talmente tanta aspettativa nel rapporto che se non realizzata provoca profondo dolore e smarrimento. È un iper-attaccamento reciproco che viene chiamato amore, una sorta di dipendenza a prescindere da ciò che la persona amata farà.

DM: Sono le famiglie di oggi (mamme separate, padri con altri figli provenienti da altre relazioni) a creare le basi per questo atteggiamento?

PC: Queste grandi ammucchiate sono una razionalizzazione dei tempi che corrono e contribuiscono sicuramente alla situazione. Siccome il mondo è brutto, non si trova lavoro, le madri assicurano ai figli la pasta che non mancherà mai e nemmeno il letto. In più, a loro è concessa la libertà e la tolleranza di portare a casa anche la fidanzata. Insomma, che vogliono questi ragazzi di più dalla vita?

C’è un principio fondamentale dell’educazione che è l’opposto di quello vigente: nasce da un’affermazione di genitori che sento da tanti anni: “Io non ho mai fatto mancare niente a mio figlio“. Lo ritengo un principio assolutamente diseducativo. Il principio fondamentale della diseducazione contemporanea. Un bravo genitore deve crescere i figli lasciando che a loro manchi qualcosa, perché se questi crescono senza che manchi loro nulla non creeranno nulla. Ciò significa che non ti mancherà la libertà, la responsabilità a scapito della creatività. Perché l’amore è creatività. Basti pensare al tasso di creatività di questo paese, è bassissimo.

Ai miei tempi si andava in camporella, altro che fidanzatina a casa! Come ho scritto in Sfamiglia: “W la camporella!” perché ho sempre pensato alla camporella come una palestra di vita: è scomoda, necessita organizzazione, ha bisogno di passione, è nascosta, rischiosa, frettolosa… quello è amore vero, una passione, un’esperienza.

DM: Che differenza c’è tra gli adolescenti di oggi e quelli di ieri?

PC: Gli adolescenti e i giovani di ieri hanno vissuto avventure che hanno aiutato a prendere responsabilità delle cose: si stava attenti, si capiva il limite fra concesso e proibito. Ora non c’è più errore. Un adolescente non può più sbagliare, non gliene viene data la possibilità. Se la fidanzatina resta incinta i futuri nonni risolveranno tutto prendendosene cura e togliendo ogni responsabilità ai figli distratti. È un mondo terrificante.

Altra conseguenza ancora più devastante è la morte dell’erotismo. L’erotismo è figlio del proibito e non dell’accettato. Se voglio togliere l’erotismo ad una coppia di giovani, è sufficiente accettarli. Sono ragazzi che si approcciano al sesso a 14 anni, a 20 si hanno già 6 anni di esperienza, ne sono già annoiati  tanto da ricercare continuamente qualcosa di nuovo e strano.

 

Francesca Casali

 

 

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