Italiana in Grecia nei tempi della crisi

Si chiama Teresa, ha 40 anni, italiana, originaria del pordenonese, e vive in Grecia da 9 anni.

Teresa: Ho deciso di spostarmi in Grecia nel 2006 per amore. Ho conosciuto mio marito Nikos all’università e ci siamo sposati in Italia per poi trasferirci nel suo paese, a Chalkida sull’isola di Eubea. Lì c’erano gli agganci giusti che con un piccolo investimento ci hanno permesso di aprire la nostra farmacia. All’epoca le cose andavano molto bene e anche se ho avuto alcune difficoltà iniziali, soprattutto con la lingua, mi sono ben adattata allo stile di vita greco.

DosMO Magazine: Ora parli in greco correntemente?

T: A dire il vero non proprio… non ho seguito dei corsi, ho imparato con la pratica, la vita di tutti i giorni, il lavoro. Riesco a farmi capire senza problemi. Il fatto di essere italiana mi avvantaggia dato che qui è considerato cool, quindi credo che mi concedano facilmente qualche errore.

DM: Quando sono cambiate le cose?

T: A livello politico il primo scossone è arrivato a fine 2009 con la notizia data da Papandreou sui dati di bilancio dei conti pubblici falsificati dai precedenti governi per poter entrare in Europa. Gli effetti hanno cominciato a sentirsi nel 2010: mia figlia era appena nata e stavamo cercando una casa. Per fortuna non l’abbiamo comprata… Un eventuale mutuo al tempo era un’idea ottima ma oggi ci avrebbe schiacciato. Vivevamo in affitto in un bellissimo appartamento sul mare ma nel 2012 abbiamo dovuto traslocare perché le spese erano altissime. In farmacia la situazione ha subito un drastico cambiamento quando lo Stato ha deciso di abbassare il prezzo di vendita dei farmaci. Noi avevamo appena acquistato scorte in magazzino al prezzo precedente… Poco margine di guadagno, senza contare i rimborsi dei ticket lentissimi ad arrivare. Ad oggi stiamo ancora aspettando dei soldi che lo Stato ci doveva 5 anni fa

DM: Oggi come va?

T: Noi ci riteniamo ancora molto fortunati, tanti amici hanno perso il lavoro e non so come facciano a sopravvivere, a mantenere le famiglie. Oggi dobbiamo davvero essere accuratissimi con le spese e speriamo sempre che le cose migliorino, ma è difficile… Lo Stato ci paga metà di quello dovuto e con tempi suoi, i fornitori devono aspettare per essere saldati, le case farmaceutiche fanno le difficili con i grossisti morosi… è un circolo vizioso. Tutti aspettano.

DM: Cosa ha provocato l’oxi del referendum del 5 luglio?

T: Secondo me il “no” ha fatto del bene e del male. Da una parte ha risollevato la coscienza dei greci che si sono ritrovati uniti e finalmente presi in considerazione nel contesto europeo. Dall’altra non ha fatto altro che darci un po’ di tempo prima di un ulteriore peggioramento della situazione… considera che in fondo si è solo scelto di non indebitarci ancora e questo ha portato il governo a chiedere al popolo di fare ancora ulteriori sacrifici. La disoccupazione è altissima, ci vorranno almeno 20 anni prima di tornare a una normalità.

DM: Come vivono questo momento i greci?

T: Come ti ho detto tutto è fermo, in attesa. Ma la vita va avanti e a salvare i greci è proprio lo spirito greco: si vive l’oggi, domani si vedrà. È una filosofia di vita positiva, anche se in apparenza. Mi piace questo stile di vita: sul viso dei greci splende sempre il sorriso ed è contagioso. La Grecia è soprattutto meta turistica e i turisti non vedono la tristezza e l’angoscia di questo popolo ma il desiderio di divertirsi, di stare bene e di godersi una festa o una giornata di sole.

DM: E il futuro?

T: Chi lo sa? Al momento Tsipras, il primo ministro, è riuscito a firmare degli accordi con l’Europa ma non a tenere unito il SYRIZA, il partito di sinistra che l’anno scorso ha avuto fortissimi consensi tanto da andare al governo. C’era tanta voglia di cambiare ma non credo siano riusciti a rispondere alle aspettative del popolo. A settembre ci saranno le nuove votazioni e uno dei partiti più favoriti stavolta è l’Alba Dorata, estremisti, fascisti e nazionalisti. Se gli elettori decidessero di voler stravolgere il governo votando questa fazione non so cosa potrebbe succedere… Nel frattempo io e mio marito stiamo valutando ogni possibilità, sempre nella ricerca della soluzione migliore per garantire a nostra figlia il futuro più tranquillo. Abbiamo anche pensato che potremmo tornare in Italia, un cambiamento radicale ma finalmente riabbraccerei più spesso i miei genitori e i miei amici.

 

Francesca Casali

 

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