La Cipolla Rosa della Val Cosa. Storia di donne friulane

abca0db1718e58e9fb89b89851dee9dc_bigTra i presidi Slow Food si trova anche la Cipolla Rosa della Val Cosa. Coltivata nella zona tra i torrenti Meduna e Cosa in Friuli Venezia Giulia nella provincia di Pordenone, la particolarità di questa cipolla sta nel suo sapore, nel suo colore e prima di tutto nella sua storia e nella biodiversità che contiene. La tradizione vuole legare questo semplice ortaggio alle vicissitudini delle “rivindicules“, le donne del posto che, nel periodo tra gli anni 50 e 70, coltivavano con passione i loro piccoli appezzamenti di terreno e una volta raccolti i frutti, li vendevano nelle zone vicine. 025-_DSC2799.jpeg.mediumSpostandosi a piedi o in bicicletta, raggiungevano i mercati cittadini di Maniago o Spilimbergo, arrivavano sulle montagne a Barcis o scendevano fino nel basso Friuli e al mare cariche di “civoles, fasoi, radics, verzes, milus, pirus, siespes e ogni ben di diu” (dal friulano, cipolle, fagioli, radicchio, verze, mele, pere, prugne e ogni ben di dio). A volte si barattavano gli ortaggi con la farina di mais che serviva a fare la polenta. La storia di queste donne tenaci descrive quella dei prodotti del loro orto: con dedizione hanno selezionato e creare delle varietà locali di ortaggi e piante da frutto che bene si sono adattate all’ambiente in cui vivevano. Inconsapevolmente hanno cresciuto e rinvigorito un patrimonio di biodiversità che rischiava di scomparire per sempre. Oggi questi valori sono custoditi da alcuni appassionati, che hanno portato alcuni prodotti tra cui la Cipolla Rosa della Val Cosa a diventare simbolo della cura della terra e presidio Slow Food dal 2012.

014-_DSC2788-CIPOLLA-ROSA.jpeg.mediumLa Cipolla Rosa della Val Cosa è caratterizzata da un bulbo di medie dimensioni, rotondo e con caratteristico schiacciamento ai poli, con uno o più apici vegetativi, di colore interno bianco con tuniche esterne rosate. Si raccoglie nella tarda estate e presenta caratteristiche elevate di conservabilità, nelle tradizionali trecce. Nella zona in alta valle, verso Cavasso, la cipolla ha caratteristiche leggermente diverse nel colore, che va dal rosso dorato al rosa acceso. Questo è dovuto alla differente composizione chimica dei terreni in cui viene coltivata e alla selezione fatta dagli abitanti in passato. Il sapore è dolce e scarsamente piccante. In cucina viene tagliata a crudo per condire i fagioli lessi e aggiunge un tocco di maestria se utilizzata nelle frittate. L’ideale per gustare al meglio tutti i sapori del Friuli è utilizzare la cipolla per condire gli gnocchi di zucca: tagliate a rondelle sottili le cipolle vanno rosolate in olio di oliva e burro. Quando iniziano ad imbiondire, si aggiunge del vino bianco (Friulano Valentino Butussi 2013) e si procede con una cottura lenta fino a quando la cipolla si ammorbidisce e appare stracotta. Un’aggiustata di sale e pepe, un aggiunta di prezzemolo tritato e il sugo è pronto per condire gli gnocchi. Ad accompagnare il piatto, un Pinot Grigio Felluga 2013.

Non solo cipolle ma tutti i tipi di ortaggi e frutti di stagione, i protagonisti della Festa dell’Orto che si terrà in Villa Sulis a Castelnovo del Friuli il 22 e 23 agosto 2015. Una mostra della biodiversità dove tutti gli orticoltori della zona portano i loro pomodori, zucchine, cavoli, fagioli di tutte le fogge e colori e ovviamente le cipolle rosa. L’iniziativa vuole promuovere e valorizzare le pratiche tradizionali di coltivazione dell’orto e la salvaguardia delle varietà tipiche e ricordare le donne di un tempo con i racconti di chi le ha conosciute.

Per info: Gregorio Lenarduzzi, Rappresentante Slow Food e coltivatore della Cipolla Rosa della Val Cosa nell’azienda agricola “Tiere”.  gregorio.lenarduzzi@gmail.com – Twitter: @afilditiere – tel. 320 0135391

 

Francesca Casali

 

 

 

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