Sono quasi finiti i lavori per il Silos Armani che verrà aperto il 30 aprile per Expo, di cui lo stilista è special ambassador. Dietro all’ex magazzino della Nestlè, ristrutturato e riprogettato per la maison dall’archistar giapponese Tadao Ando, ci sono altre palazzine che non sono ancora finite. “È diventato un intero quartiere, il quartiere Armani: con 40 anni di carriera – scherza il patron – me lo posso permettere.” I 500 ospiti internazionali troveranno nel Silos una mostra di 800 capi. Dopo la visita al museo, il teatro ospiterà “una sfilata speciale”.
A gennaio, durante la presentazione del progetto lo stesso Armani aveva sottolineato che il Silos (chiamato così perché lì c’era del cibo, materiale per vivere) è da considerarsi uno spazio espositivo dove raccogliere il prodotto di tutti questi anni, un archivio di informazioni a carattere tecnico pensato per far vedere in un solo momento 40 anni di attività, dal primo all’ultimo vestito. Una concentrazione di abiti molto importante, quindi, compresa la presentazione al Guggenheim di anni fa, oltre agli eventi degli ultimi tempi tra cui la linea Privé, che all’epoca della mostra di New York ancora non esisteva. Il Silos, per cui Armani ha fatto un investimento di 50 milioni di euro, è stato ideato per proseguire oltre all’Expo diventando uno spazio per Milano accessibile in alcuni giorni prefissati e che, in accordo con il Comune, ospiterà anche altre mostre.
Francesca Casali