Tappa dovuta al padiglione A del Vinitaly per gustare i vini dell’Irpinia. Spicca fra i bianchi il Biancolella presentato dall’avellinese Feudi di San Gregorio. La quasi trentennale esperienza di questa cantina è riuscita a unire le potenzialità della tradizione secolare della viticultura irpina e i nuovi metodi di approccio alla coltivazione della vite per ottenere ottimi risultati al calice. Pierpaolo Sirch, amministratore delegato della cantina, agronomo ed esperto “preparatore d’uva”, ha trovato forti somiglianze in questa terra con la sua di provenienza, il Friuli. Anche qui infatti si producono vini non grassi, ma acidi e freschi. Il Biancolella ne è un esempio, anche se si differenzia dagli altri bianchi prodotti dai Feudi (Falanghina, Greco, Fiano) per il terreno di coltivazione delle viti: l’isola d’Ischia. Ecco allora l’essenza della mineralità tipica del terreno vulcanico su cui cresce il vitigno autoctono e che regala particolari accenti salini e vanigliati al profumo, con richiamo di fiori di limone e agrumi. Assaggiarlo porta la mente nell’isola meravigliosa della Coppa di Nestore: morbido, minerale, di equilibrata acidità e sapidità. Prodotto in sole 10.000 bottiglie, il Biancolella è il risultato di una coltivazione attenta e di una lavorazione ricercata (fermentazione e maturazione in acciaio, un mese almeno di bottiglia). Accompagna primi piatti a base di pesce come gli spaghetti alle vongole, oppure secondi delicati come pesce alla griglia o sotto sale. www.feudi.it
Francesca Casali